Il “nuovo” Patto dei Sindaci
Presentato dal Commissario Miguel Arias Cañete come "la più vasta iniziativa urbana su clima ed energia al mondo", il Patto dei Sindaci per il clima e l’energia vede coinvolte migliaia di autorità locali e regionali impegnate su base volontaria a raggiungere sul proprio territorio gli obiettivi UE per l’energia e il clima.
Con il loro impegno, i nuovi firmatari (i Comuni che hanno firmato dopo ottobre 2015) mirano a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030 (tale obiettivo è stato poi portato al 55% ad aprile 2021) e ad adottare un approccio integrato per affrontare la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso lo sviluppo e l’implementazione di un PAESC (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima).
I Comuni che hanno firmato prima del 15 ottobre 2015, invece, si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 20% entro il 2020 ma possono, in qualuque momento, passare al nuovo Patto dei Sindaci introducendo obiettivi più ambizioni e anche la parte relativa all’adattamento ai cambiamenti climatici.
La visione
I firmatari sono accomunati da una visione condivisa al 2050: accelerare la decarbonizzazione dei propri territori, rafforzare la capacità di adattamento agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici e garantire ai cittadini l’accesso a un’energia sicura, sostenibile e alla portata di tutti.
Gli impegni
I firmatari del nuovo Patto dei Sindaci devono redigere un Inventario di base delle emissioni e una Valutazione dei rischi del cambiamento climatico e delle vulnerabilità. Si impegnano inoltre a elaborare, entro due anni dalla data di adesione da parte del consiglio comunale, un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) che delinei le principali azioni che le autorità locali intendono intraprendere. La strategia di adattamento è parte integrante del PAESC e/o sviluppata e inclusa in uno o più documenti a parte.
I firmatari possono scegliere il formato che preferiscono per il loro PAESC.
Questo lavoro ed il necessario impegno politico rappresentano l’inizio di un processo a lungo termine che prevede una fase di monitoraggio ogni due anni.
Il ruolo di Province e Regioni
Tutti gli enti pubblici impegnati ufficialmente per fornire una guida strategica, un sostegno tecnico e finanziario ai firmatari del Patto (tra cui, Province, regioni, agenzie nazionali per l’energia, aree metropolitane, raggruppamenti di enti locali) possono essere riconosciuti come Coordinatori del Patto dei Sindaci.
La Provincia è coordinatore del Patto dei Sindaci dal 2010:
Ad oggi 43 Comuni su 44 aderiscono al Patto dei Sindaci, 39 hanno approvato il PAES.
Tre sono gli aspetti peculiari dell’azione di coordinamento della Provincia, poi CMVE:
- la creazione di un gruppo solido di tecnici/amministratori Comunali e di portatori di interesse
- il Catasto elettronico (su piattaforma R3/EcoGIS) con dati tecnici/amministrativi e consumi energetici di oltre 1.500 edifici pubblici
- l’inclusione della tematica dell’adattamento prima che lo facesse il Patto dei Sindaci
Per maggiori informazioni sul Patto dei Sindaci: http://www.pattodeisindaci.eu